Ilse (Italian)
La vide seduta sulla poltrona del club a subito desiderò possederla. Era stupenda! Bionda, 40 anni ben portati, un bel fisico atletico e soprattutto due gambe mozzafiato inguainate da meravigliose calze di nylon nere. Calzava un paio di sabot neri con la punta affusolata ed i tacchi a spillo, altissimi ed in metallo dorato. Veniva voglia di aprirle subito le cosce e gettarsi a leccarle la figa. La fissò intensamente cercando di attirare la sua attenzione. La donna si accorse di lui e lo squadrò da cima a fondo come valutandolo. Ammirò il corpo robusto e muscoloso che tendeva la maglietta ed i pantaloni attillati. “Interessante” — pensò, e decise di sorridergli per invitarlo. Lui non si fece sfuggire l’occasione. Attraversò il locale con passo lento ma deciso e si fermò di fianco a lei torreggiando con il suo fisico possente sopra quella stupenda preda.
– Ciao, sono Marco. Bevi qualcosa? — Le disse per introdursi
– Ho già il mio drink. E’ altro ciò che mi manca. — gli rispose lei diretta e subito provocante.
– Allora ho io quello che ti manca, mia cara….- lasciò volutamente la frase aperta per saperne il nome
– Ilse
– Tedesca?
– Danese…… ed esigente. Almeno 25 centimetri — era gelida
– 27 per l’esattezza e da lui potrai esigere quello che vuoi
– Sicuro?
– Sicuro. Non vede l’ora
– Allora andiamo.
“Surreale” — pensò Marco — “Mai fatto meno fatica”
Lei si alzò guardandolo dritto negli occhi. Con i tacchi era alta come lui, 1,85. Le cedette il passo per sbirciarle il culo fasciato da una gonna attillatissima. Stupendo! Rotondo e sodo, leggermente rivolto all’insù. La seguì ammirando le gambe tornite e leggermente muscolose in cui i gemelli dei polpacci si disegnavano ad ogni passo sotto il sottile nylon delle calze con la cucitura posteriore. Non parlarono più. Ilse guidò lentamente la BMW sino a casa sua, una piccola villa appena fuori il centro città. “Questa è ricca” — Pensò — “Ricca e troia. Scommetto che ha sposato un vecchio rimbambito, pieno di soldi e con il cazzo che non gli tira più. Ecco perché viene a cercarsi un bel maschio al club”.
Entrarono in salotto e lei lo invitò a sedersi sul divano. Si accomodò tranquillo, sicuro che si sarebbe divertito molto quella sera.
– Qualche preferenza? — gli chiese lei rimanendo in piedi
– Noooo. Quello che vuoi
– Ok! Allora facciamo come piace a me. Sono pronta in un minuto.
Marco si spogliò velocemente nudo e l’aspettò in piedi per meglio impressionarla con il suo fisico possente quando sarebbe rientrata. Ma quando la porta si aprì fu lui a rimanere di stucco. Ilse indossava una mise fatta di strisce di cuoio nero che le strizzavano il seno nudo e le lasciavano scoperta la figa. Le cosce muscolose erano sempre inguinate dalle calze nere con la cucitura posteriore e calzava un paio di stivali neri dai tacchi altissimi in metallo e la punta acuminata. Anche le braccia erano inguainate in lunghi guanti di pelle nera che arrivavano sino a metà avambraccio.
– Stasera mi sento cattiva. Ho voglia di domarti, stallone. Voglio vedere quanto resisti.
– Resisterò troppo per te e sarò io a domarti. Anch’io sono molto esigente, mia cara.
– Lo credi?
– Sarai la mia puledra da monta stanotte.
Il carattere di sfida eccitò Marco che si diresse ad abbracciare quel corpo stupendo e voglioso, così eccitante nella mise sado maso che lo impreziosiva. Ilse non si sottrasse e si fece accarezzare da quelle mani forti che inziarono a palparla con sapienza sulla schiena. “Non male il ragazzo” — Pensò Ilse — “e che cazzo! Proprio quello che ci voleva stanotte. Speriamo solo che duri come dice”.
Le mani di Marco scesero ad accarezzarle le natiche sode. Le strizzò leggermente divaricandole ed infilando le dita a sfiorarle lo sfintere anale e la figa.
– Mmmmmmmm — gemette lei — le sai usare bene le mani.
– Vedrai come uso il cazzo
– Prima vediamo come usi la lingua.
Premette sulle sue spalle spingendolo con decisione in ginocchio. Marco la assecondò inginocchiandosi e prese subito a leccarle il pube accuratamente rasato in una sottile striscia di peli biondi. Affondò la lingua divaricandole le grandi labbra con le dita. Ilse sollevò una gamba e gli pose una coscia sulla spalla divaricando bene la figa ed assecondando il movimento dell’uomo.
– Mmmmmmmmmm molto bene, Bravo anche con la lingua
Marco non rispose ed accelerò i colpi di lingua sul clitoride. Sentendola rispondere con nuovi gemiti pensò di poterla facilmente portare ad un primo orgasmo. Invece la donna per tutta risposta, lo afferrò per i capelli e spinse fortemente il suo viso contro il pube trattenendolo a lungo in quella posizione sino a quando Marco non riuscì più di respirare. Cercò di arretrare e divincolarsi ma Ilse lo tratteneva con forza.
– Lecca, lecca stallone. Non penserai che sia tutto facile.
Vedendolo in difficoltà a respirare la donna spinse il suo corpo in avanti obbligandolo a cadere all’indietro. Sostenendosi con gli avambracci Marco era inchiodato in quella posizione e non aveva nessuna libertà di movimento se non quella di leccare la figa bagnata di umori. Accelerò al massimo il ritmo dei colpi di lingua per farla cedere ma Ilse gli afferrò il cazzo con una mano guantata e con pochi semplici movimenti glielo fece rizzare durissimo come non mai in pochi secondi.
– Mai sentito l’effetto di un guanto di pelle?
Marco non poteva rispondere e ormai paonazzo si divincolò dalla presa ferrea di Ilse sdraiandosi a terra ansimante.
– Ti piace……….. giocare ……… duro. — Le disse respirando a fatica
– Mi piacciono solo gli stalloni duri. Quelli che reggono i miei ritmi. Se non tela senti puoi mollare ora.
– Noooo. Se ti piace duro ti sfonderò la figa sino a farti male.
– Mmmmmm. E’ quello che cerco. Me la devi sfondare per tutta la notte se vuoi soddisfarmi.
– Ah si! Allora poi ti inculo sino a spaccartelo, sino a farti implorare pietà, Puttana!
– Siiiii, Bastardo! Prendimi come la tua vacca! Spaccami, fammi godere come una troia. Ma ricorda: il culo lo do solo a chi riesce a domare la mia figa.
– Ti metto fuori uso per un mese zoccola!
Ilse lo sovrastava con il suo corpo serrandogli sempre il cazzo durissimo nella mano guantata. Il suo viso mostrava tutto il godimento estremo che quella sfida provocava in Lei.
– Allora facciamo una sfida: se riesci a vincermi sarò tua schiava
– Accetto. Il mio cazzo ti farà impazzire
– Se però vinco io…………
– Cosa mi fai? Eh, cosa mi fai bella troia?
– Sarai tu il mio giocattolo da sesso.
– Mmmmm quasi quasi perdo.
– Non ti conviene.
Ilse scivolò con il suo corpo sino a posizionare la sua figa sopra il cazzo di Marco e, sempre serrandolo, lo direzionò verso le grandi labbra. Marco si distese acquietandosi. In quella posizione poteva reggere ore senza venire. Quella troia avrebbe avuto una bella sorpresa. Ilse danzava sopra di lui avvicinando la figa alla cappella, strofinandosi, ritraendosi, sempre provocandolo verbalmente.
– Vuoi questa figa, questa bella figa danese? Saprai soddisfarla? Oppure ti svuoterà quel bel cazzone. Eh Stallone? Vuoi provarla? Vuoi assaggiare la figa d’acciaio della tua padrona danese?
– Infilati il cazzo Troia! Poi ti faccio vedere io come ti spacco quella figa! Ti sfonderò anche il culo padrona del mio cazzo!
Eccitata Inge si abbassò inserendo la cappella nella figa bagnatissima. Era enorme. Trattenne un gemito di godimento e si calò con forza sul cazzo del maschio sino a fermarsi con il culo sul suo pube. Si sentì spaccare a metà. Quel cazzo era davvero il più grosso che avesse mai avuto. Serrò i denti mentre un urlo di dolore le si strozzò in gola. Anche Marco però si sentì tirare la pelle del cazzo allo stremo. Sembrò che Inge glielo stesse spellando come una banana. Il suo corpo sobbalzò in avanti.
– Aaaagh! Troia ti piace proprio duro eh! Prendilo tutto allora.
Sollevò di colpo il bacino affondando con un colpo brutale sino a cozzare contro il collo dell’utero.
– Yyaaaaaaaah! Siiiiiii. Spaccami, sfondami, fammi male stallone.
Ilse iniziò a muoversi sopra di lui ad un ritmo forsennato. Saliva e scendeva con tutto il peso del corpo infilzandosi sull’asta durissima. Marco l’afferrò per i fianchi cercando di guidare l’amplesso ma Ilse era troppo forte e gli imponeva il suo ritmo. Continuò a lungo urlando e gemendo di piacere ma senza mai venire. Marco resse bene il ritmo sino a quando Ilse non lo spinse violentemente verso il pavimento e lo afferrò per le spalle. Lo sbatteva come un fuscello in modo disumano, urlando come una pazza. In un secondo la sentì irrigidirsi sopra di lui e fece appena in tempo a notare l’irrigidimento dei suoi muscoli inguinali che venne travolto dall’orgasmo femminile più animalesco ed intenso che avesse mai visto. Il corpo di Ilse scattò in avanti con un colpo di frusta micidiale. Poi fu scosso da tremendi spasmi che durarono attimi infiniti mentre le pareti della sua figa si serrarono sul suo cazzo come una morsa d’acciaio portandolo al limite dell’orgasmo.
– Cazzooooooo, cazzoo, cazzooo, vengo, vengo, vengoooooooo! Siiiiiii, mio stallone bastardo, vengo, vengoooooooo!
Marco avrebbe voluto partecipare a quel godimento venendo anche lui, ma si trattenne e sfruttò la situazione per passare all’attacco. Cogliendo l’attimo di smarrimento della donna la cinse alle spalle e la sollevò di peso, sempre rimanendo dentro di lei. La sostenne afferrandola per le cosce muscolose e subito Ilse lo cinse con le sue gambe serrandogli il cazzo in fondo alla sua figa. In quella posizione sospesa non era però in grado di esercitare tutta la forza di cui disponeva e per Marco fu facile iniziare a muoversi dentro di lei facendola gemere ancora. Si mosse a piccoli passi verso il divano sempre penetrandola con colpi decisi. Il corpo di Inge ricadeva con tutto il suo peso ad ogni affondo e urla strozzate di godimento uscivano dalle sue labbra serrate.
– Danza, Danza sul mio cazzo adesso! Eh! Troia! Ti piace essere sfondata da sotto.
– Aaargh, Aaagh, Bastardo! Sfondami e stai zitto! Continua così che mi piace.
– Ah si! Ti piace? Allora prendi questo. — e sollevò il suo corpo stringendogli le natiche sino a farle male per poi farla ricadere sul suo cazzo con violenza.
– Aaaaaarghhhh.!
Ilse non si era mai sentita scopare a quel modo. Quel cazzo bestiale la stava facendo impazzire.
Marco la fece sdraiare lentamente sul divano sempre tenendo il cazzo dentro di lei. Poi si accomodò fra le sua cosce ed iniziò nuovamente a muoversi con violenza dentro di lei.
– Adesso ti scopo così sino a quando ti calmi, vediamo come vieni ora zoccola!.
Ilse non rispose mentre Marco svangava la sua figa con colpi sempre più violenti accelerando il ritmo. Resistette a lungo alla foga gemendo e fremendo di piacere sotto gli affondi di quello stallone fantastico ma dopo una buona mezz’ora di quella cavalcata selvaggia un nuovo orgasmo le salì dal profondo del ventre squassandola per istanti senza fine. Urlò aggrappandosi al corpo del maschio sino a sollevarsi dal divano. Marco non si fermò un solo istante. Affondò nuovi colpi decisi facendola fremere nuovamente. Sentì che stava portandola oltre il limite e che avrebbe scatenato in lei una serie di orgasmi multipli. Ilse travolta dal godimento non si accorse del pericolo a cui andava incontro e quando sentì scattare nuovamente in avanti il suo inguine per un nuovo incredibile orgasmo oramai era troppo tardi. Urlò nuovamente serrandolo con le gambe inguainate dagli stivali di pelle. Gli ficcò i tacchi di metallo nelle reni tentando di disarcionarlo. Non riuscendoci, lo colpì con i talloni serrandolo a sé afferrandolo anche per le spalle con le mani guantate. Ma l’ultimo affondo dello stallone la face capitolare ed una sequenza di orgasmi senza fine travolse il suo corpo. Rovesciò la testa all’indietro sempre aggrappata al corpo di quel maschio fantastico che la stava portando in paradiso.
– Cazzoooooooooo! Gooooooodoooo! Diooooo! Come godooooo. Aaaaaagh Siiiiiiiiii! Godooooooo, impazziscooooo.
Marco rallentò gli affondi e quando, dopo lunghi minuti il corpo di Ilse si acquietò, la punzecchiò verbalmente.
– Allora? Direi che il primo set è andata a me, Non credi?
– Mmmmmm. Ma non credere che io abbia finito.
– Nooo lo so che puoi venire ancora a lungo e io ti farò venire tutte le volte che vuoi mia cara troia.
Ilse realizzò solo allora che il cazzo di Marco era ancora durissimo e dentro di lei.
– Mmmmm ma questo mio bello stallone non viene mai.
– No, Padrona del mio cazzo. Verrò solo quando sarai sfinita e ti sottometterai a me.
– Vedremo! Intanto facciamone un’altra.
– Siii, ma adesso che sei più quieta ti faccio vedere cosa sa farti lo stallone
La sollevò nuovamente abbracciandola e la portò sul tavolo del salotto. La fece reclinare all’indietro in modo che Ilse dovesse sostenersi con le mani appoggiate sul tavolo e la tenne sospesa afferrandola per le natiche. In quel modo il corpo di Ilse era sospeso sopra il tavolo e lui poteva guidare direttamente l’amplesso facendola muovere completamente avanti ed indietro. Era una sua tecnica per sfiancare le sue partner più riottose. In quella posizione infatti la donna non era in grado di fare praticamente nulla se non tentare di sostenersi mentre lui poteva imprimere ad ogni affondo la forza e la velocità che voleva.
– Vedrai come ti faccio godere così. Alla fine mi offrirai tu il tuo culo.
– Mmmmmmm dai fammi vedere
– …….e quando avrò finito con il tuo culo piangerai, zoccolona mia.
Ilse lo guardò con uno sguardo irridente ma appena Marco prese a muoversi dentro di lei si accorse che la situazione non era poi molto favorevole per lei. Con pochissimo sforzo Marco affondava dentro di lei facendo altalenare il suo corpo. Lo sforzo che doveva fare per sostenersi era notevole e non sarebbe stata in grado di reggere a lungo. Marco prese a scoparla affondando lentamente con colpi decisi portati obliquamente. Muoveva e ruotava il bacino in modo che il cazzo entrasse in lei da angolazioni sempre diverse. Ilse sentiva quel cazzo enorme e durissimo lisciarle le pareti vaginali da tutte le parti. In breve iniziò a gemere senza controllo. Con studiata lentezza Marco affondava ritmicamente trattenendosi dentro di lei qualche istante ad ogni affondo. Il corpo di Ilse prese a fremere incontrollatamente. La stava facendo morire!
– ooooooooooh, aaaah, siiiiii, mi stai facendo impazzire! Oooooooooh godo, godo, godoooooooo!
Sentendola nuovamente vicina all’orgasmo Marco accelerò il ritmo ma si fermò all’improvviso. Il corpo di Ilse reagì come ad uno schiocco di frusta e l’orgasmo le venne ricacciato indietro.
– Impazzisci, impazzisci, mia troia. Altro che padrona! Quando avrò finito mi pregherai piangendo.
– Oooooh!
Gemendo di frustrazione Ilse cercò di avvicinare il bacino al corpo di Marco ma lui si ritrasse sino quasi a sfilarle il cazzo dalla figa. Poi affondò in lei con un colpo violento facendo ciondolare il suo corpo all’indietro.
– Aargh!Bastardo! Diooooooooo che bellooooooooooooo!
– Ferma zoccola! Non provarci nemmeno! Voglio farti godere come mai hai provato. Voglio estrarre dalla Tua figa la troia che sei, sino a farti morire
– Tu parli troppo, bastardo! Dai fammi vedere…….. fammi godere come…….. una troia! Dai……. è quello….. che voglio.
Ma i colpi di Marco erano adesso veramente feroci, portati con sempre maggiore velocità e determinazione. Ilse ne era squassata ad ogni affondo e ansimava sempre più in difficoltà. Le sue provocazioni non ottenevano il risultato sperato di far imbizzarrire quello stallone che la stava chiavando selvaggiamente. Per contro Marco controllava ogni movimento con freddezza e proseguiva la sua azione demolitrice con calma.
La lavorò in quel modo per lunghi minuti portandola più volte sull’orlo dell’orgasmo. Ogni volta che sentiva il ventre di Ilse fremere più forte, si fermava sino a sfilarle il cazzo, ricacciandole indietro l’orgasmo. La donna gemeva di frustrazione con il corpo che fremeva incontrollatamente, rovesciando la testa all’indietro.
– Oooooooooooh, sei un bastardo, fammi godere stronzo! Voglio godere, godere.
Marco allora affondava dentro di lei con un colpo secco e ripartiva con una serie di affondi sempre più veloci.
– Aaah, Aaaargh! Si spaccami, spaccami la figa, spaccami tutta!
Ad ogni sequenza i gemiti erano sempre più intensi e le urla sempre più forti. Lo sforzo di sostenere il proprio corpo così altalenante stava sfinendo le braccia di Ilse che presero a tremare. Ad una nuova serie di affondi poderosi dovette cedere, crollando con la schiena sul tavolo. Marco fù così libero di afferrarla per le cosce, divaricandole le gambe e appoggiando le sue caviglie sulle spalle. Il corpo di Ilse era adesso completamente indifeso e agendo sulle cosce, divaricando o chiudendole le gambe, l’uomo poteva regolare l’intensità della forza con cui la figa di Ilse serrava il suo cazzo. A lei nulla era permesso, solo il subire gli affondi di quel cazzo maestoso, sempre più potenti e devastanti. Per reggere la potenza di quei colpi Ilse dovette aggrapparsi con le mani al bordo del tavolo. Sbatteva la testa a destra e sinistra gridando e urlando al cielo il suo godimento. Aveva completamente perso ogni controllo dell’amplesso e nel suo cervello solo una parola batteva come un martello: orgasmo, orgasmo, orgasmo. Marco la martellava a colpi di cazzo controllando il livello di eccitazione della donna. Quando si rese conto che era ormai oltre ogni limite accelerò i colpi devastanti portandola oltre l’orgasmo più intenso e sublime che Ilse avesse mai provato. Il corpo della donna, pur esausto reagì con una contrazione così decisa che Ilse riuscì a sollevare la schiena. Lo afferrò con una mano sul collo e iniziò a muoversi violentemente contro il bacino dell’uomo come a voler ingoiare tutto quel cazzo che la stava facendo impazzire. Certo di averla ormai travolta Marco rispose con altri affondi violenti strappandole alte grida di godimento. Così facendo la portò in pochi istante ad un altro orgasmo violento, così intenso da lasciarla senza fiato. Il viso di Ilse si contrasse in una smorfia, quasi di dolore, per l’intensità dello sforzo che il suo corpo stava sostenendo. Dalla gola le uscì un gemito gorgogliante senza fine che preannunciò un’altra serie di urla disumane. Il corpo prese a fremere e tremare sin nel profondo della sua fibra ed i suoi muscoli atletici si sciolsero in acqua quando il suo ventre scattò in avanti senza controllo per un numero infinito di volte.
– Yahhhhhhhhh! Aaaaargh! Ooooooooh, Ggggghhhhh
Solo gemiti e urla gutturali prorompevano dalla sua bocca mentre gli affondi di Marco proseguivano instancabili. Gli orgasmi si susseguivano ininterrotti ad ogni penetrazione ed in breve il corpo di Ilse non fù più in grado di reagire. Rovesciò la testa all’indietro con un nuovo altissimo urlo e scivolò sul tavolo inerte. Marco lasciò la presa sulle sue cosce e si distese su di lei, facendo aderire il suo corpo a quello della donna. La afferrò per le spalle e prese ad affondare con colpi più lenti ma di estrema violenza. Il corpo di Ilse giaceva sfiancato ancora fremente e con le gambe penzoloni oltre il bordo del tavolo. Ansimava sempre più pesantemente incapace di una qualsiasi reazione.
– Va bene così, troia? Ti è piaciuto il giochetto? Adesso che mi dici? Eh? Puttana!
– Altro che domina. Sei solo una puledra da monta. Una bella puledra da monta che è un piacere domare.
Ilse con la voce rotta e ansimante cercò di reagire almeno verbalmente.
– si…. Un bell….orgasmo, non c’è che dire…………. Ma non penserai che abbiamo finito.
– Oh no, sono sicuro che vorrai proseguire ancora a lungo……. Sino a quando non riuscirai più a stare in piedi. Ed io ho tutta l’intenzione di spaccarti figa e culo, sino a farti piangere.
– Prima di riuscirci avrò prosciugato quelle tue palle sino all’ultima goccia.
– Sarà, per il momento direi che il secondo set è andato anch’esso a me, non credi?
– Perché? È già finito?
Marco iniziò a spazientirsi. L’aveva fatta godere come una pazza, sino a schiantarla e questa faceva ancora la stronza.
– A quanto stiamo come orgasmi. 100 a 0? Eh, troiona! Senti come è ancora bello duro il mio cazzo! Senti come ti rompo la figa
E riprese a muoversi con violenza dentro di lei.
– nnnnnngggggggghhhh!
Fu l’unica reazione di Ilse
– Allora? Cosa vuoi? Altro cazzo? Eccotelo! Prendilo, prendilo tutto. Troia!
Ma il corpo di Ilse non reagiva, spossato dall’incredibile serie di orgasmi. Sentendolo inerte Marco decise di umiliarla:
– Oh, adesso che sei stanca fai la preziosa. Cosa c’è? Il mio cazzo ti ha distrutto? Troppo forte per te?
– Mmmmmmmmmmmmmmmpppppffffffff
– Allora adesso è il momento di trasformarti nella vacca che sei.
Così dicendo di alzò da lei sfilandole il cazzo dalla figa. Ilse per la prima volta in vita sua fu felice che un uomo togliesse il cazzo dalla sua figa. Sentì un immediato sollievo alle pareti ed alla cervice, martoriate da quei colpi violenti. Si sentì afferrare per i capelli ed il suo corpo scivolò giù dal tavolo, come svuotato. Cadde a quattro zampe di fronte all’uomo che le serrava saldamente i capelli strattonandoglieli. Senza tanti complimenti Marco le sollevò la bocca all’altezza del suo cazzo e lo infilò brutalmente fra le sue labbra.
– Ecco. Succhia. Troia! Puliscimelo bene dai tuoi umori. Hai sbrodolato come una vacca. Dai ciucciamelo tutto.
Con violenza prese a spingere la cappella nella bocca di Ilse. Il cazzo era enorme e durissimo e la donna faticava ad accoglierlo tutto fra le sue labbra. Da quando avevano iniziato a scopare quel cazzo maestoso non aveva mostrato il minimo segno di cedimento. Adesso si faceva strada a forza verso la sua gola, soffocandola.
– mmmmmmmmmmmpppppfffff. Mmmmmmmmmpppppppppppffffffffffffff.
– Lecca, succhia troia. Cosa c’è? Non riesci a prenderlo tutto? Non riesci a respirare. Dai apri quella bocca o devo spaccartela come ho fatto con la figa?
– Mmmmmmmmmmmmmpppppppppppppffff. Aaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnffffffff.
Spinse più forte sino a vincere ogni resistenza della donna che ebbe alcuni singulti e conati di reazione.
Marco si sentiva invincibile. Valutò la situazione e gli venne quasi da ridere. Quella donna meravigliosa giaceva ai suoi piedi dopo essere stata sfiancata a colpi di cazzo durante un amplesso favoloso. Vestita da dominatrice ma con il suo cazzo in bocca, quasi soffocata ed incapace di reagire.
– Ma ti vedi troia! Ti ho spaccato la figa e non riesci neanche più a stare in piedi. Sei vestita come una dominatrice e mi stai lisciando il cazzo con la tua lingua. Ma non ti senti ridicola? Sai cosa faccio adesso? Ti sborro in bocca così te la riempio sino a farti affogare. Devi berla tutta, sino all’ultima goccia! Dai troia, che ti trasformo nella puttanazza da quattro soldi che sei.
Spinse ancora più a fondo nella gola della donna sino ad occluderle ogni possibilità di respirazione. Il viso di Ilse divenne cianotico e la donna cercò di reagire divincolandosi. Ma Marco la teneva saldamente per i capelli. Le si dipinse una smorfia di paura sul viso, terrorizzata da quel cazzo enorme che la stava soffocando. Per Marco fù l’apice del godimento. Gli piaceva godere nelle bocche delle donne da lui sconfitte. Ne provava un senso di potenza e godeva della loro umiliazione. Vedendola così sconfitta esplose in un orgasmo violento inondandole la bocca di sperma. I primi copiosissimi fiotti raggiunsero direttamente la gola di Ilse che dovette trangugiare tutto con velocissimi singulti per non essere veramente soffocata. Con suo enorme stupore la quantità di sperma emessa ad ogni contrazione era sempre copiosissima e non diminuì minimamente per almeno 20 volte. Era veramente troppo anche per lei. Non riusciva ad ingoiare tutto lo sperma che quello stallone le stava sparando in bocca e conati di vomito la stavano sopraffacendo. Lo sperma iniziò a colarle ai lati delle labbra. Sopra di lei Marco urlava il suo orgasmo come un ossesso e le strattonava violentemente i capelli come a volerglieli strappare. Durò ancora alcuni secondi e poi finalmente l’uomo parve acquietarsi. Ilse riuscì a sfilarsi parzialmente il cazzo di bocca continuando però a leccargli la cappella tumescente. Si sentiva umiliata e sconfitta da quel cazzo straordinario che ancora emetteva schizzi di sperma ad ogni contrazione, anche se adesso molto meno copiosi.
Lui la lasciò andare e le sfilò il cazzo di bocca, finendo di scolare le ultime gocce di sperma direttamente sul suo viso.
– Brava puttana! Hai succhiato bene, brava. Sembri nata per fare pompini. Mmmmmmmmm. Hai bevuto tutto. Noooo. Ne hai persa un bel po’. Beh, la prossima volta sarai più brava, ne sono sicuro.
Ansimante e sempre in ginocchio dinanzi a lui Ilse si accorse che il cazzo di Marco non si era minimamente inflaccidito, nonostante l’orgasmo poderoso e lunghissimo. Come in trance iniziò a pensare terrorizzata a cosa potesse farle ora quello stallone invincibile. Cercò di guadagnare tempo sperando che anche l’uomo volesse riposarsi un poco e tranquillizzarsi. Lei ne aveva assolutamente bisogno. Non si era mai sentita scopare così bestialmente e non si ricordava di avere mai avuto una serie così lunga e devastante di orgasmi. Il suo corpo era sfinito e le doleva la figa. Decise di agire adulandolo. Gli prese il cazzo nella mano guantata e prese a masturbarlo lentamente e con sensualità.
– Sei veramente uno stallone fantastico. Mi stai spaccando, maledetto. Dio come ho goduto.
– Lo sapevo che ti avrei domato. Sei una puledra fantastica, ma sempre e solo da monta. Non riuscirai mai a vincermi.
– Questo è ancora da vedere, non credi. Non abbiamo finito. Dopo tutto.
– Ma taci, stronza! Lo vedi questo bel cazzo, ancora turgido e duro? Se te lo ficco nella figa adesso finisce che ti metti a piangere prima che inizi a muovermi.
– Sei un bastardo! Ma devo ammettere che è il migliore che abbia mai incontrato.
– Allora? Cosa facciamo? Andiamo subito per il terzo set oppure vuoi un attimo di riposo? Forse ti serve una bella ripulita a quella faccia, non credi. Sei sporca di sperma come una vacca in calore!
Ilse abbassò il viso sconfitta.
– Direi che poi puoi cambiarti. Quella mise da Dominatrice non ti si addice, non credi? Una domina danza sul cazzo del proprio stallone sino a vuotargli le palle. Direi che qui non è il caso.
Così dicendo la afferrò nuovamente per i capelli, la fece roteare supina e le sfilò gli stivali di pelle velocemente.
– Questi non servono. Adesso devi metterti qualcosa di più femminile
Torreggiava con il suo corpo sopra di lei
– Forza fammi vedere come stai con un bel decoltè ed una guepiere di pizzo. Nera eh.